Teatro

Sloi Machine vince il Premio Museo Cervi

Sloi Machine vince il Premio Museo Cervi

SLOI MACHINE, storico spettacolo della compagnia è stato insignito domenica 25 luglio del primo premio Museo Cervi per il Teatro, nona edizione del Festival di Resistenza, Teatro e Canzone per la Memoria prestigioso premio di teatro civile indetto dal Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia).

Lo spettacolo, che ha vinto superando una dura e prestigiosa selezione, continua a mietere successi in tutta Italia. Dopo cinque anni di repliche nelle maggiori piazze nazionali, la forza teatrale e di denuncia di Sloi Machine non sembra diminuire. Prova ne sia che continua ad essere invitato a festival, rassegne e stagioni e anche per i prossimi mesi lo spettacolo sarà di nuovo in tournée.

Hanno concorso al Premio Museo Cervi per il Teatro, nona edizione del Festival di
Resistenza, Teatro e Canzone per la Memoria le seguenti compagnie:

- Compagnia Ondine – Associazione Culturale DANAD con “Il cestino delle mele” regia
di Alessio Mosca
- Compagnia Arci Viterbo e Ventichiavi Teatro con “La cerimonia” di e con Ferdinando
Vaselli
- Associazione Parmachesiparla con “L’età del vetro” di e con Fabrizio Frabetti e
Beatrice Fontana
- Scenica Frammenti con “Memoria. Storia di una famiglia teatrale” regia di Loris
Seghizzi
- Daniele Biacchessi e i Gang con “Il paese delle vergogna”
- Compagnia Sine Qua Non con “Feltrinelli. Una storia contro” di e con Mauro Monni
- Dario Leone e Alessio Lega con “Sotto l’ombra di un bel fior. Parole e suoni della
resistenza e dell’Italia liberata”
- Istituto Comprensivo di Corniglio con “Parole nei solchi del tempo” regia di Adriano
Engelbrecht
- Compagnia BlancaTeatro con “Il timido” regia di Virginia Martini
- Compagnia Ardito Desio con “S.L.O.I. Machine” regia di Michela Marelli

La giuria all’unanimità ha deciso di assegnare il Premio Museo Cervi per il Teatro allo
spettacolo SLOI MACHINE della compagnia ARDITODESÌO, di e con Andrea Brunello, regia
di Michela Marelli.

La decisione è maturata sulla base del valore drammaturgico dello spettacolo - che si
sviluppa intorno al tema del lavoro, una delle parole chiave di questa nona edizione del
festival di resistenza. – e delle capacità attoriali dell’interprete. E’ teatro di narrazione quello
di Andrea Brunello che, senza retorica e moralismo, ci coinvolge profondamente e tocca le
nostre coscienze. L’attore in scena, attraverso parole e gesti è riuscito ad essere incisivo,
forte nella presenza, determinato nella narrazione e mai presuntuoso.

Lo spettacolo ripercorre la drammatica vicenda della fabbrica di Trento e dei suoi rapporti con
le istituzioni: pronta ubbidienza da una parte, connivenza, sottovalutazione e monetizzazione
del rischio dall’altra. Fino alla catastrofe finale, evitata per un soffio, altrimenti tutti
parlerebbero di della SLOI (luglio 1978) così come ancora si parla di Seveso (luglio 1976) o
di Cernobyl (aprile 1986).

La tragedia dello sfruttamento dei lavoratori come conseguenza del profitto da ricavare da
una micidiale invenzione diventa fatto universale e quindi riguardante tutto il mondo del
lavoro. La storia particolare della famiglia che vive questo dramma e la sua localizzazione nella terra di Trento si stemperano diventando patrimonio di un’intera collettività.

La Giuria vuole sottolineare la difficoltà della scelta dovuta alla varietà e alla qualità degli
spettacoli proposti nel festival. Per questo motivo si vuole esprimere in quest’occasione
l’interesse suscitato in noi da lo spettacolo “Feltrinelli. Una storia contro” di e con Mauro
Monni, assai significativo per la ricostruzione attenta dell’Italia dal dopoguerra agli anni ’70 e
della figura di Giangiacomo Feltrinelli. Mauro Monni ha saputo creare una drammaturgia che
regge bene l’incastro dei vari eventi portati alla luce.

Grande fascino e commozione ha suscitato l’attrice Enza Barone nello spettacolo “memoria.
Storia di una famiglia teatrale”, evocazione di un altro tempo e di diverse modalità recitative.
Segnaliamo Antonio Bertusi interprete de “Il timido” della compagnia BlancaTeatro per la
qualità attoriale espressa nel ripercorrere alcuni squarci della vita e delle opere di Gianni
Rodari, con al voglia di giocare con la mente e il corpo così come riteneva fondamentale
l’autore della “Grammatica della Fantasia”.

Un bell’equilibrio di presenza, di costruzione drammaturgica e di coralità va riconosciuto a “il
cestino delle mele” della compagnia Ondine.
Infine una menzione speciale a “Parole nei solchi del tempo” dell’Istituto Comprensivo di
Corniglio

Per l’attenta ricerca storica fatta con l’insegnate Prof.ssa Silvana Piazza e per la grande
serietà, partecipazione ed emozione che i ragazzi sono riusciti a trasmettere, grazie alla
determinante direzione registica e formativa di Adriano Engelbrecht .
Questa menzione speciale vorrebbe far riflettere sul problema dei tagli ministeriale alle scuole
e in particolare all’insegnamento del teatro come materia curricolare, un’esperienza formativa
di grandissima importanza che rischia di andare perduta.